LA LEGGENDA DELLE
ORIGINI
Ancora negli anni ’50,
durante le lunghe veglie invernali, si raccontava che il borgo fu
fondato dagli abitanti della vicina località Castello, in fuga da una
invasione di formiche così numerose e voraci da assalire addirittura i
bimbi nelle culle!
Ora di Castello restano solo alcuni ruderi, tra cui si notano le
stradine che correvano tra le case e il pozzo di Stonzo, villaggio di
cui restano visibili ancora molte tracce.
UN PERCORSO
RELIGIOSO
Gli abitanti di Castello si recavano, per le celebrazioni liturgiche e
i funerali, alla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, percorrendo una
strada mulattiera ancor oggi abbastanza ben conservata, con un luogo
detto “Bauso del Morto”: una grande pietra piatta, sulla quale veniva
adagiata la bara. Qui i portatori si riposavano un po’; e chi non
poteva più seguire il corteo salutava lì il defunto per l’ultima volta.
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Capitello
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Secondo la tradizione, la chiesa di San Gervasio fu costruita sui resti
di un tempio pagano verso la metà del V secolo dopo Cristo da San
Barnaba, per i suoi discepoli Santi Nazario e Celso.
L’abside originario è stato incorporato nel cimitero di Valloria,
diventandone la cappella. Altri elementi, come colonne e capitelli,
sono diventati ornamento della piazza; mentre la guglia del campanile
sormonta invece il pilastro del cancello di una casa. O tempora!
Nell’attuale chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Gervasio e
Protasio, si trova un bel polittico di Agostino Casanova, raffigurante
la Vergine Maria, dipinto nel 1523.
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Museo "Cose Dimenticate"
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Oltre alla chiesa parrocchiale a Valloria vi è anche l’Oratorio di
Santa Croce (edificato nel 1526, secondo l’iscrizione che si trova
sulla facciata), che ora ospita il Museo
delle Cose Dimenticate.
INFORMAZIONI E DIVAGAZIONI
La Pietra del Sole.
Nei pressi del cimitero c’è un masso a forma di parallelepipedo. Su
questa sorta di menhir, secondo la tradizione, gli abitanti di quei
luoghi adoravano il Dio Sole e le cipolle – con una commistione di
sacro e profano degna di qualche meditazione…
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Le
Tre Fontane
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Le Tre Fontane. Valloria
è stato uno dei primi paesi dell’entroterra a dotarsi, grazie alla
Confraternita di Santa Croce, di un acquedotto (del quale sono ancora
ben visibili le tracce) che per mezzo di canali di piombo nel 1715
portò l’acqua dalla sorgente della Cappella dei Castagneti nelle tre
fontane, ora diventate il simbolo dell’Associazione Amici di Valloria.
La Tradizione
dello Spaudo. Si narra che se un “Foresto” sposava una
ragazza del paese doveva in qualche modo risarcire i giovani locali con
una somma di denaro che veniva poi spesa in dolci e vino.
Anche i vedovi che si risposavano dovevano pagare lo “Spaudo”: sennò
diventava vittima dei “ciaravui”, che consistevano nel fare baccano
sotto le finestre degli sposi finché lo sposo non avesse pagato.
1991:
Con un brindisi fra amici nasce l'Associazione: "Le Tre Fontane".
Valloria rinasce.
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